Situate a 2750 km a nord-ovest di Perth e a 900 km da Christmas Island, le Cocos Islands sono un gruppo di isole coralline che formano due atolli. Solo due delle 27 isole sono abitate – il resto è tutto da esplorare.
Benvenuti alle Cocos Islands
L’ultimo paradiso incontaminato dell’Australia si trova nelle acque azzurre dell’Oceano Indiano ed offre spettacolari attività di snorkeling, immersioni mozzafiato, pesca eccellente e la scarica di adrenalina del kitesurf. Le spiagge deserte sono l’ideale per rilassarsi, ma vi sono altre attività che si possono fare: visitare le isole disabitate in canoa, osservare la magnifica avifauna o prendere il traghetto per Home Island per scoprire la cultura e le tradizioni del popolo malese di Cocos. Composta da 27 isole, solo due sono abitate. Andiamo a vedere le tre isole più conosciute e frequentate.
West Island
È l’isola dove la maggior parte dei turisti scelgono di soggiornare e dove c’è l’aeroporto. Si trova una selezione di case vacanza, bed and breakfast di lusso e complessi turistici. West Island è anche sede del supermercato Cocos, negozio di souvenir, centro visitatori, centro noleggio auto, sport acquatici e una piccola selezione di caffè e ristoranti.
Home Island
Conta all’incirca 500 abitanti di discendenza Malaisiana. Se si visita l’isola è raccomandato di avere un abbigliamento conservativo per rispettare la religione dei residenti.
Vi sono presenti alcuni negozi, un bar e si può acquistare la benzina e il gas, ma in generale l’offerta è molto limitata.
Noi abbiamo sfruttato il traghetto che c’è al sabato e siamo andati subito al negozio di alimentari ad acquistare le cose fresche in quanto Tony (il panettiere di West Island) ci ha detto che sarebbero arrivati i rifornimenti di notte e che le cose fresche sarebbero andate a ruba. Il ghiaccio è cosa rara da trovare al negozio di alimentari. Abbiamo però scoperto che la moschea ha una sua macchina del ghiaccio e la gente locale può andare a prendere il ghiaccio pagando 3$ il sacco. È un self-service, all’esterno c’è la chiave per entrare nel locale e ci si può servire da soli, lasciando poi i soldi.
Da tenere presente che l’unica cosa aperta al sabato è il negozio degli alimentari. Noi abbiamo avuto fortuna che c’era un’attività presso lo sailing yacht e abbiamo trovato da mangiare per il pranzo.
Direction Island
È un’isola deserta e la utilizzano i velisti. Rimane vicina al luogo di ancoraggio. Sull’isola c’è unicamente una capanna, un barbecue, un sistema di raccolta dell’acqua piovana, un telefono d’emergenza e un hotspot Wi-Fi. Qui una volta alla settimana, al sabato, passa il traghetto per Home Island.
Sull’isola non abbiamo visto animali pericolosi. In acqua ci sono gli squali pinna nera, sono piccoli e raggiungono la lunghezza massima di 1,6 metri. Sono innocui fintanto che non li si aizzano o gli si da del cibo, scappano appena entri in acqua.
Muoversi tra le isole di Cocos Islands
Da Direction Island c’è un traghetto solo al sabato.
Il traghetto da Direction Island a Home Island parte alle 10.00, mentre da Home Island a Direction Island parte alle 15.00.
È comunque consigliato scrivere o telefonare al ufficio del turismo per farsi dare gli orari aggiornati.
Il costo è di $ 2.50 per persona/tragitto.
Tra Home Island e West Island ci sono diversi traghetti che viaggiano tutti i giorni a parte la domenica, ma ovviamente manca la coincidenza con quello che arriva da Directions Island al sabato, per cui se si vuole andare su West Island l’unico modo è andare a Home Island con il dinghy.
Andare a West Island con il dinghy è molto lungo, sono circa 40 minuti di viaggio con un fuoribordo da 20 CV. Inoltre, è da tenere presente che il vento da SE è abbastanza sostenuto in agosto e rende difficile spostarsi con il dinghy. È meglio aspettare un giorno che l’aliseo si calma un pò.
Prima di partire con il dinghy verso un’altra isola, è meglio chiamare la Border Force con il VHF (canale 20) dicendo dove si vuole andare e quanto tempo è previsto per la traversata. Una volta arrivati a destinazione chiamarli nuovamente confermando l’arrivo. In caso di panne al motore, con i 20-25 nodi di vento da SE, c’è il pericolo di andare alla deriva a NW, uscendo dall’atollo e perdendosi al largo.
Orario
Qui l’orario è UTC + 6.30.
Internet e telecomunicazioni
Dopo 12-15 giorni di navigazione qualcuno potrebbe aver bisogno di collegarsi ad Internet.
L’isola non ha più cavi sottomarini e le telecomunicazioni passano tutte via satellite. La Community Resource Centre offre l’accesso internet tramite voucher o pagamento diretto con carta di credito una volta collegati ad uno degli hotspot disponibili.
Questi si possono trovare a: Cocos Cottages, Cocos Beach Motel, Cocos Village Bungalows, Cocos Castaway, My Island Home, the Cocos Club, the Golf Donga, Maxi’s By The Sea, the Pondok e nella capanna principale su Direction Island.
Le tariffe sono le seguenti: da fare attenzione che si attiva dal primo login e anche se ci si scollega il tempo va avanti. È inoltre legato all’apparecchio con il quale si fa il login. Lo stesso abbonamento funziona in tutti gli hotspot di questa rete presente sulle isole.
1x ora | $ 4.95 (Quota: 150MB) |
3x ore | $ 9.95 (Quota: 350MB) |
1x giorno | $19.95 (Quota: 750MB) |
1x settimana | $64.95 (Quota: 2500MB) |
Su Direction Island non c’è rete mobile, ma c’è un telefono per chiamare gratuitamente tutti i numeri sulle isole.
Numeri utili
Cocos Keeling Islands Visitor Centre
P: 9162 6790
E: info@cocoskeelingislands.com.au
Panetteria di Tony: fa un buon pane, lo si deve chiamare il giorno prima e poi organizzarsi per andare a prenderlo oppure chiedere se viene lui su l’isola.
P: 9162 6616
Taxi boat: non è una cosa ufficiale, ma il ragazzo (Shia) si mette a disposizione
P: 916 27 525
Shell West Island: canale 20 VHF o telefono 08 9162 6670
L’arrivo a Cocos Islands
È necessario annunciare il proprio arrivo tra le 96 ore e i 90 giorni prima.
Questo può esser fatto utilizzando i seguenti contatti:
- e-mail yachtreport@homeaffairs.gov.au
- fax +61 2 6275 5078
- telefono +61 2 6246 1325.
L’avvicinamento
Quando ci si avvicina al limite delle 12 miglia, è necessario chiamare “Cocos Police” sul canale 20 del VHF, avvisando del proprio arrivo. Nel caso non si abbia un AIS transponder, è possibile che la nave della Border Force stazionata permanentemente all’entrata dell’atollo chiami per delle verifiche. Questo non esclude il fatto che si debba comunque chiamare e annunciare il proprio arrivo alla polizia.
Prepararsi a rispondere a domande al riguardo della posizione, l’ETA dell’ancoraggio, numero di persone /armi/animali a bordo e altro. La polizia è in ascolto 24/7 sul canale 20, chiamare ogni 30 minuti fin quando si riceve una risposta.
L’arrivo a Direction Island
Issare la bandiera Q. Se si arriva durante la notte è meglio ancorarsi all’esterno e poi entrare con la luce del sole. Pare che alcune carte non coincidono con il GPS: noi non abbiamo rilevato problemi con le ultime carte Navionics. Nonostante che in rete si trovano diverse versioni su come si svolgono le formalità d’entrata e uscita, per noi è stato molto semplice. Non resta che seguire le indicazioni che daranno via radio. Noi siamo arrivati di venerdi e ci hanno detto di andare alla polizia su Home Island il lunedi. Il sabato però abbiamo incontrato i poliziotti che ci hanno già consegnato dei formulari per l’entrata da compilare per ogni persona. Così lunedi è andato solo il capitano con i consueti documenti e ha potuto fare anche l’uscita per il venerdi seguente. Nessuno è venuto a bordo della barca per controllare il cibo.
Un pò di storia su Cocos Islands
Scoperte nel 1609 da William Keeling e disabitate fino al 1826, le Isole Cocos furono amministrate dal Regno Unito tra il 1857 e il 1955, quando furono trasferite dalla colonia di Singapore in Australia e ottennero lo status di territorio esterno. Tuttavia, le isole rimasero effettivamente sotto il controllo della famiglia Clunies-Ross che aveva fondato un insediamento sulle isole nel 1827 e deteneva il potere dal 1831, con il capofamiglia che divenne noto come King of the Cocos (Keeling) Islands. Nel 1886 la regina Vittoria aveva concesso alla famiglia il possesso delle isole in perpetuo.
Nel 1974 una missione delle Nazioni Unite nelle isole ha richiamato l’attenzione sulle modalità di governo del territorio e ha sollevato preoccupazioni circa la negazione delle libertà fondamentali ai residenti. L’ONU ha criticato il governo australiano per non aver amministrato correttamente le isole. Di conseguenza, nel 1978 il governo australiano acquistò tutte le terre delle isole, ad eccezione della casa di Clunies-Ross, per 4,75 milioni di dollari. Una seconda visita delle Nazioni Unite nel 1980 ha riferito positivamente sulle riforme.
Sebbene non ci siano state pressioni da parte dell’ONU per indire un referendum sull’autodeterminazione a causa del riconoscimento delle piccole dimensioni delle isole, il governo australiano ha scelto di procedere con un referendum.
La battaglia di Cocos
Su Direction Island c’era una stazione cavo e radio ed era un punto nevralgico per collegare l’Australia con l’Europa. Da qui passava il collegamento Durban – Mauritius – Rodriguez Island – Cocos – Perth e Adelaide.
La mattina del 9 novembre 1914, il personale della stazione cavo e radio di Direction Island vide avvicinarsi una nave da guerra. Avendo ricevuto in precedenza un’allerta al riguardo della nave tedesca SMS Emden, l’operatore radio inviò un messaggio. “Strana nave da guerra in avvicinamento”. Questo è stato presto seguito da “SOS! Emden è qui!”. Questi messaggi furono ricevuti da un convoglio di truppe di passaggio e una delle scorte, la HMAS Sydney, fu inviata a tutta velocità verso Direction Island.
Il capitano della SMS Emden, Fredrich von Muller, inviò a terra una squadra di cinquanta uomini e ufficiali con l’istruzione di distruggere le attrezzature e tagliare i cavi. Il personale della stazione fu radunato e messo sotto sorveglianza, mentre il una parte della squadra tedesca si mise a distruggere gli strumenti e a cercare di tagliare i cavi. Ci riuscirono solo con il cavo di Perth, ma non con quello per il Sudafrica.
Mentre questa operazione andava avanti, l’equipaggio rimasto a bordo della Emden vide del fumo all’orizzonte e ipotizzò che fosse il loro collier Buresk. Rendendosi però conto che la nave in avvicinamento era una nave da guerra, recuperarono l’ancora e segnalarano alla squadra a terra di ritornare. Incapace di raggiungere la Emden, la squadra a terra si diresse verso la goletta “Ayesha” di Clunies Ross, ancorata nella laguna. Utilizzarono così Ayesha per navigare fino alle Indie orientali olandesi, dove di seguito s’imbaracarono su un piroscafo tedesco che li portò in Turchia. Dalla Turchia viaggiarono via terra, raggiungendo la Germania sette mesi dopo aver lasciato Cocos.
Oggi sull’isola non rimane più nessuna costruzione: è stato tutto spianato e buttato in mare (si vede ancora qualche blocco di cemento nella costa nord ovest), mentre le telecomunicazioni sono effettuate via satellite e non ci sono più cavi sull’atollo.
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