Torredembarra – Malaga, 450 miglia nautiche da fare in 6 giorni con vento in faccia e correnti a sfavore. Sarà impegnativo…
Devo trovare una soluzione: l’idea di percorrere 450 miglia nautiche con un allievo, con delle previsioni meteorologiche impegnative e per di più con il termine di arrivare a Malaga entro sabato 10 ottobre, non mi entusiasma più di quel tanto. Sono le 14.00 di venerdi 2 ottobre e provo a scrivere al mio amico Alberto: so che doveva andare in Sardegna per un charter, ma provo comunque a contattarlo. Mi comunica che il suo charter è stato annullato in quanto il maltempo, che io ho evitato la prima settimana, si è spostato in Corsica e Sardegna provocando pure dei danni. Spiego la mia situazione e gli chiedo se ha voglia di raggiungermi a Torredembarra il giorno dopo: mi risponde che si organizza e mi fa sapere entro sera.
In serata Alberto mi conferma che ha preso il biglietto per il volo Milano – Barcellona e che nel pomeriggio di sabato sarà a Torredembarra: sono più tranquillo, ma ancor di più son contento di vederlo e tornare a navigare insieme!
Sabato mattina di buon ora, Aron e Romano sbarcano per andare a prendere il treno, per cui ne approffitto per pulire subito la barca. Terminata la pulizia, mi organizzo per andare a fare la cambusa in paese: così, quando arriveranno Alberto e Oliver, potremo decidere se partire la stessa sera con una notturna oppure attendere la mattina.
A metà pomeriggio arrivano in porto e discutiamo subito il programma: decidiamo saggiamente di passare la notte a Torredembarra, approffittando così per dare un’occhiata alla festa del paese organizzata proprio per quel giorno.
Domenica 3 ottobre, ore 6.00: avviso la capitaneria che dobbiamo fare carburante prima di uscire dal porto, accendo il motore e molliamo gli ormeggi, dirigendoci verso la banchina del carburante. La maggior parte dei porti spagnoli sono sorvegliati 24 ore su 24 ed i servizi, come per esempio la fornitura di carburante, sono gestiti direttamente dal personale del porto. Facciamo il pieno e lasciamo il porto.
Verso le 6.45, poco dopo esser usciti dal porto, issiamo la randa e apriamo il genoa.
Non passano dieci secondi ed il genoa si sfila dal profilo del rollafiocco e finisce in acqua, sotto lo scafo.
Nonostante l’orario, la reazione di togliere la marcia al motore e di recuperare le scotte del genoa finite sotto lo scafo è immediata !
Chiaramente queste situazioni capitano quando è ancora buio pesto e c’è onda: il recupero della vela bagnata risulta impegnativo e impieghiamo un po’ di tempo. Recuperata e legata per bene, giriamo di 180° e torniamo nel porto, chiedendo via radio di poter ormeggiare alla banchina del carburante per vedere come risolvere il problema.
Preparato il banzigo, mandiamo Oliver in cima d’albero per recuperare la drizza del genoa. Il moschettone che s’incoccia sul punto di penna si è aperto ed è rimasto incastrato in cima d’albero. Con un pò di forza Oliver riesce a sbloccarlo e a riportare giù la drizza ed il moschettone. In un qualche modo riusciamo a sistemare il moschettone e a rimettere a posto il genoa.
Ore 7.30, si (ri)parte finalmente !
Dopo una mezz’oretta di navigazione, decidiamo di fissare la canna da pesca e gettare l’amo.
Nel giro di 20-30 secondi la frizione inizia a lavorare, qualcosa si è già attaccato all’amo. Corro verso la canna da pesca, blocco la frizione ed inizio a recuperare il filo. Quando mancano ormai solo 5 metri e ci stiamo preparando per prendere a bordo la nostra cena, questa si stacca e scappa. La giornata è lunga, ributto subito l’amo, sicuramente qualcosa prenderemo ancora… ma dopo altri 20-30 secondi inizia nuovamente a tirare. Recuperiamo ed ancora una volta perdiamo il tonno. E la storia va avanti per 4 volte cosi: restiamo un pò tutti stupiti per la velocità che abboccano all’amo quanto la sfortuna che abbiamo a perderli ogni volta. Recupero tutto e verifico l’amo: ecco spiegato perché scappano quando sono sotto la barca ed il filo non è più in tensione… manca l’ardiglione !
Sostituisco il rapala e finalmente dopo altri 30 secondi la cena arriva a bordo!
C’è un po di trambusto in barca: infatti la velocità con la quale abboccano questi tonni ci ha preso un pò alla sprovvista e non ci siamo preparati. Il tonno giace sul pavimento del pozzetto e continua a dimenarsi. Qualcuno prende la maniglia del winch e lo colpisce in testa: il colpo è preciso ma che spargimento di sangue…
Durante la giornata guardiamo la meteo: le condizioni non sono ottimali, vento in faccia e brutto tempo, optiamo per fermarci la notte da qualche parte.
Il porto di Penîscola si trova ad una distanza tale per arrivare ad un orario decente cosi da poter dormire e risposare tranquillamente ormeggiati. Arriviamo verso le 18.00 e proviamo ad entrare. Il porto è in realtà destinato solo ai pescatori e alle piccole imbarcazioni a motore del luogo ed il fondale è veramente basso. All’entrata del porto, sotto il faro rosso c’è già ormeggiata una barca a vela. Proviamo ad avvicinarci per sondare il fondale: sono 2,50 metri, possiamo ormeggiare all’inglese. L’ormeggio si rileverà un pò selvaggio in quanto a terra c’è solo un anello verso la poppa, ma per la prua non c’è niente per fissare la cima d’ormeggio: c’è però un bidone industriale, uno di quelli con la struttura di contenimento in metallo, fisseremo li la cima di prua !
La vista dal pozzetto è appagante…
Tappa Torredembarra – Peniscola: 65 NM
Lunedi 5 ottobre 2015, ore 7.30, si accendono i motori e si mollano gli ormeggi: l’idea è quella di tenere i 185° per raggiungere Cap de la Nau e passare quindi il golfo di Valencia durante la notte. La giornata si rileva però impegnativa in quanto verso le 10.30 le condizioni meteo cambiano ed il vento in faccia ci permette di raggiungere solo i 155°, direzione Ibiza. Intorno alle 15.00 decidiamo di togliere le vele e di procedere con il motore per mantenere la rotta desiderata, ma ci rendiamo conto che la corrente a nostro sfavore è molto forte e procediamo solo a 3,5 nodi. Verso le 16.00 rinunciamo e ci dirigiamo verso la costa in cerca di un porto per passare la notte. Nel frattempo il vento è aumentato, abbiamo circa 25 nodi: issiamo la randa con 2 mani di terzaroli e apriamo il genoa ridotto. Puntando verso Burriana abbiamo così il vento al lasco. Prima di entrare nel porto ammainiamo la randa e riavvolgiamo il genoa, ma ci accorgiamo che c’è un problema: la drizza dell’avvolgifiocco è finita e il genoa non è rientrato tutto. Questo non va bene, perché con 25 nodi di vento ci creerebbe grossi problemi per entrare nel porto ed ormeggiare, ci tocca quindi ammainare anche il genoa e fissarlo in una qualche maniera a prua.
Alle 20.30 entriamo finalmente nel porto ed ormeggiamo davanti alla capitaneria. Che giornata, finalmente un pò di riposo…
Tappa Peniscola – Burriana: 68 NM
Martedi 6 ottobre 2015, ore 8.45: dopo aver guardato e sistemato il genoa, si parte. Dobbiamo recuperare un pò di miglia perché nei primi giorni non siamo andati avanti di molto. Le condizioni sono finalmente buone e, tra tramonti, la pesca, la conduzione al timone e turni di riposo, percorriamo praticamente 300 miglia.
Questa navigazione costiera è impegnativa e richiede molta attenzione a causa del traffico in mare e alla presenza dei pescatori, in particolar modo davanti Barcellona dove ci sono pure le navi cargo all’ancora. Giovedi 8 ottobre, intravvedo che Oliver inizia a soffrire e chiede quando ci fermeremo a terra. Vaglio un attimo le possibilità: la prima è quella di entrare al Marina de Este di La Mona verso le 16.00, l’altra è quella di continuare per altre 35 miglia e arrivare di notte a Malaga. L’importante è avere un equipaggio motivato, contento e che stia bene. Decido quindi di fermarci a La Mona in modo tale da poter riposare e goderci una serata a terra. La meteo per venerdi è comunque buona per cui le ultime 35 miglia della settimana saranno una passeggiata.
Il marina ed il paese si rilevano carini, ma “artificiali” e costruiti per il turista.
Poco importa a noi, in quanto ci accolgono comunque bene e veniamo ormeggiati proprio davanti all’unico ristorante aperto (siamo fuori stagione).
Tappa Burriana – La Mona Marina de Este: 297 NM
Venerdi 9 ottobre 2015, ore 8.30: circa 35 miglia ci separano da Malaga. La giornata di navigazione trascorre senza eventi particolari, tutta a motore in quanto ci sono 1-2 nodi di vento. Alle 13.20 entriamo nel marina di Malaga e subito approffittiamo per andare a fare un giro in centro.
Tappa La Mona – Malaga: 34 NM