Mollare tutto si può. Elena lo decide insieme al suo compagno Claus, un anno dopo aver visto la morte in faccia. Vendono la loro redditizia agenzia pubblicitaria e partono sulla barca a vela Viking, destinazione mondo. La ciurma è la famiglia: Claus, Elena, la figlia di sette anni Nicole e Jonathan, appena nato. La rotta è impostata su un altrove che sembra irraggiungibile: dal “paradiso” della Martinica alle contraddizioni di Cuba, dai pericoli di Panama all’incanto della Polinesia. Infine, Milano. Dopo sette anni infatti Elena decide di affrontare una nuova avventura: riportare a casa i figli. Fa rotta verso una normalità tutta da conquistare e scopre, tra fatiche e vittorie, che ogni viaggio vero si misura sul ritorno. E che mollare tutto non basta, occorre il coraggio di cambiare. Questo libro è l’appassionato, comico, struggente diario di bordo di una famiglia, la parabola di una coppia, il percorso di una donna. Una storia esotica e insieme metropolitana, remota e vicinissima, che rimane nella mente e nel cuore dopo aver letto la parola “fine”, perché la parola “fine”, in realtà, non è mai scritta.
Parere personale: è una lettura piacevole e coinvolgente che mi ha portato a leggere le 294 pagine tutte d’un fiato. Decidere di mollare tutto e partire in barca a vela per amore non è semplice e nel racconto di Elena emergono sostanzialmente due punti importanti. Lasciare tutto e partire per un viaggio simile è sicuramente difficile, ma lo è ancor di più il ritorno in una città che negli anni è cambiata e dove il reinserimento nel mondo del lavoro e della vita quotidiana è difficoltoso. L’altro punto è quell’idea presente nell’immaginario collettivo dove il paradiso si trova in una qualche isoletta nell’oceano e sulla quale tutti vorrebbero andare a vivere. Ma la realtà è ben diversa e il paradiso non è sicuramente “altrove” per tutti…
Autore: Elena Sacco
Editore: Chiarelettere
Data di Pubblicazione: 2015
Genere: Vela, narrativa
Pagine: 294
ISBN-13: 978-8861908024
2 commenti
Grazie!
Ci sono posti dove si può essere felici. Non ci sono posti felici.
Grazie Elena per la tua “visita” 🙂