I portoghesi, grazie ad Enrico il navigatore, divennero i signori dell’intero Oceano Indiano e riuscirono a portar via l’ambito commercio di spezie agli arabi.
In passato Lisbona fu un luogo importante, da cui partirono importanti e grandi avventure marinare che fecero affluire enormi ricchezze nel Portogallo del XV e XVI secoli. Per questo venne anche soprannominata la città dei navigatori. È grazie ad Enrico di Aviz, detto Enrico il navigatore, che dopo la presa della roccaforte marocchina di Ceuta per il padre, la città conobbe una rapida crescita come polo tecnologico d’eccellenza dell’epoca nel campo della navigazione e cartografia, con un arsenale reale, un osservatorio e una scuola a Sagres per l’insegnamento di queste materie alla nuova marineria portoghese. I risultati di questa ricerca furono la caravella, la diffusione dei portolani e il perfezionamento della bussola. Le conquiste non tardarono ad arrivare: João Gonçalves Zarco e Tristão Vaz Teixeira nel 1419 scoprirono Madera e Porto Santo. Nel 1420 Enrico fu nominato Gran Maestro dell’Ordine del Cristo, un ordine religioso e militare. La nomina fu importante in quanto le vaste rendite dell’Ordine aiutarono a finanziare le spedizioni atlantiche, la vera passione del principe.
Gonzalo Velho nel 1427 scoprì le Azzorre e Gil Eanes nel 1934 riuscì finalmente dopo 15 tentativi in 10 anni a superare Capo Bojador sulla costa Africana, dimostrando l’infondatezza delle superstizioni sui territori ignoti che attendevano più a sud.
Con lo sviluppo di un nuovo tipo di nave, la Caravella (in grado di reggere meglio il mare Atlantico burrascoso), le spedizioni conobbero ulteriore impulso. Tra 1444 e 1446 circa cinquanta caravelle partirono da Lagos e si spinsero per 450 leghe oltre capo Bojador. Dinis Dias raggiunse le foci del fiume Senegal e doppiò il Capo Verde (1444). Di seguito iniziò l’esplorazione della Guinea. Furono così raggiunte le stazioni commerciali a sud del grande Deserto del Sahara. Uno degli obiettivi di Enrico era aggirare le rotte carovaniere del Sahara e rendere accessibili via mare le ricchezze dell’Africa meridionale. A partire dal 1450, Alvise Cadamosto esplorò le coste africane dell’Atlantico arrivando al fiume Gambia nell’attuale Senegal e, tra il 1455 ed il 1456, scoprì (probabilmente avvistò le isole senza esplorarle) le prime cinque isole dell’arcipelago di Capo Verde. Antonio da Noli vi giunse negli stessi anni e le esplorò e poi le colonizzò. Nel 1460 la costa africana era stata esplorata fino all’attuale Sierra Leone.
Ventotto anni dopo, Bartolomeo Diaz confermò che l’Africa era circumnavigabile, raggiungendo il punto più a sud del continente africano (oggi si chiama Capo di Buona Speranza).
Nel 1498, Vasco da Gama, dal Portogallo raggiunse l’India per per primo.
I portoghesi divennero ben presto i signori dell’intero Oceano Indiano e del suo ambito commercio di spezie, precedentemente nelle mani dei commercianti arabi.
Monumenti dedicati ai navigatori
Il Monumento alle Scoperte (in portoghese Padrão dos Descobrimentos) fu costruito nel 1960 proprio in memoria di Enrico il Navigatore e delle sue imprese. É situato lungo la riva del fiume Tago, nelle vicinanze della torre di Bélem.
Nel 1998, in memoria di Vasco de Gama, fu inaugurato l’omonimo ponte. Con i suoi 17 km di lunghezza è il ponte più lungo d’Europa.
Fonte informazioni: Wikipedia
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